“Maturità” preannuncia e porta con sé una valanga di domande per tutti gli studenti di quinta, che si trovano a dover decidere tra centinaia di opportunità nel giro di pochi mesi. Nell’ultimo periodo abbiamo assistito a presentazioni di ITS, Università, Corsi e opportunità lavorative di ogni tipo. “Il 93% degli studenti che entrano in questo ITS, trova lavoro“, “Il nostro percorso offre un posto sicuro”, “Il settore informatico dà grandi opportunità di crescita lavorativa”. I professori chiedono ai propri studenti di spingersi al limite per il raggiungimento del miglior voto possibile alla maturità, i genitori sono preoccupati per la scelta che effettueremo, se potrà essere considerata “ortodossa” dalla società e se porterà in futuro ad una posizione lavorativa stabile e sicura. Tutti sembrano essere interessati nel cercare un percorso certo per un futuro brillante , fatto di una prospera e felice carriera professionale. Siamo inghiottiti da un mondo che ci dice cosa dobbiamo essere e cosa é necessario seguire. Abbiamo acquisito innumerevoli competenze tecniche, ma la triste verità é che non sappiamo chi siamo e nemmeno cosa stiamo facendo della nostra vita. Due terzi delle persone che conosco dice di aver sbagliato indirizzo scolastico, ed é di conseguenza infelice, perché non ha una vocazione. Vocazione é qualcosa che dà a tutti noi un’identità, e che restituisce al mondo una bellezza che soltanto noi siamo in grado di offrire. Oggi invece “felicità” equivale ad efficienza, ciò che conta è acquisire quanto prima competenze “spendibili” nel lavoro. Essere “spendibili” ci rende automaticamente delle risorse che prima o poi finiranno per essere esaurite. Penso che la felicità dipenda invece dai rapporti che riusciamo ad avere con il mondo e con gli altri: i nostri ricordi felici riguardano infatti ciò che abbiamo creato con le nostre attitudini e le relazioni, significative e profonde che abbiamo stretto e coltivato con il tempo.

Se non sappiamo chi siamo, le competenze rimangono soltanto dei vestiti su un manichino, che equivalgono ad una personalità spenta, inesistente.

Mi rivolgo a tutti i ragazzi e le ragazze di quinta: É fondamentale che in questo periodo così delicato fatto di scelte mettiate in primo piano voi, la vostra persona, senza basare le vostre scelte su impressioni fugaci, scelte di maggioranza o aspettative familiari.

Il mondo ha bisogno della nostra personalità e visione, anche se talvolta non rientra in quelle che sono le convinzioni e i dogmi del nostro tempo.

Non si può non scegliere ma comprendo che, se non si ha l’energia e il coraggio di una vocazione, si sceglie ciò che sembra più certo, comodo e sicuro, rinunciando così alla propria bellezza.

Tocca a noi decidere: chi vogliamo essere? Degli individui unici e originali, oppure delle fotocopie?